“È gratis e lo sarà sempre”; o almeno fino ad oggi. Questa è la frase, che dal 2019, è presente nella pagina di accesso di Facebook. Tuttavia, a fronte di una serie di errori nella definizione della strategia di business seguita da 11 mila licenziamenti, Meta ha deciso di generare introiti extra tramite l’inserimento della spunta blu a pagamento; come già Twitter aveva provveduto ad introdurre.

Per ottenerla occorrerà sottoscrivere un abbonamento, chiamato “Meta verified”, il cui costo è di 11,99 dollari mensili per gli utenti Android e di 14,99 dollari mensili per gli utenti IOS. Tale spunta blu, nota anche come “marchio di autorevolezza”, non solo certifica l’autenticità dei profili, ma garantisce protezione extra contro i furti di identità e un accesso rapido al servizio di assistenza.

Agli utenti che sottoscrivono l’abbonamento verrà, inoltre, assicurato supporto e il monitoraggio di un account fake, la priorità nei commenti di altri e più evidenza nella pagina Explore e nel carosello dei Reels. Inoltre, su Instagram si potrà usufruire di sticker esclusivi per le storie; mentre su Facebook gli utenti abbonati avranno diritto a 100 stelle gratis al mese per supportare altri creator. Insomma, chi paga ha più visibilità.

Ma solo coloro che hanno più di 18 anni e che presentano un documento di identità potranno, insieme al versamento della quota mensile, sottoscrivere l’abbonamento.

La spunta blu sarà trasferita da Facebook ad Instagram, o occorrerà per ogni social un abbonamento differente? Sembrerebbe essere sufficiente sottoscrivere l’abbonamento solo una volta.

Detto ciò, la spunta blu debutterà in Australia e Nuova Zelanda, con la successiva diffusione in altri mercati. Meta desidera procedere con cautela, anche per monitorare le reazioni degli utenti e, di conseguenza, si dovrà attendere qualche mese prima di una sua diffusione a livello globale.